lunedì 17 settembre 2018

La casa de Papel

In questi due giorni senza lezioni ho approfittato di Netflix per vedere la tanto nominata "La Casa de Papel", in italiano "La casa di carta". Ne avevo sentito parlare benissimo negli ultimi mesi, me ne hanno parlato come il nuovo capolavoro, al pari di Lost. In genere quando sento pareri troppo positivi da tanta gente e si crea un caso intorno ad una serie, ne sto altamente alla larga. E così è stato, ho fatto passare l'entusiasmo generale e me la sono vista senza troppe aspettative.
Di cosa parla in sintesi?
Vi è un capo (Professore) che assolda alcune menti geniali e criminali per derubare la Zecca dello Stato, più che derubare vuole creare nuove banconote e scappare con milioni e milioni di euro. I criminali non si conoscono tra di loro e per questo utilizzano nomi di città, abbiamo Tokyo (la narratrice), Rio (il genio del computer), Nairobi (la migliore a falsificare banconote), Mosca e Denver (padre e figlio), Oslo e Helsinki (non ho mai capito quale fosse la loro specializzazione a parte obbedire agli ordini e picchiare) e Berlino (il capo del gruppo di criminali). Il fatto di utilizzare nomi di città rende all'inizio difficile capire di chi stanno parlando, nelle prime puntate confondevo spesso chi fosse chi, ma è sicuramente il problema minore. Quando mi parlarono di questa serie tv mi aspettavo fosse incentrata sulla progettazione della rapina ed infine la rapina stessa, in realtà già nella prima puntata entrano nella zecca di stato e scopriamo il loro piano nel corso delle puntate.
Le prime puntate le ho trovate molto interessanti, con l'Ispettore che cerca di capire chi siano, i criminali che cercano di portare avanti il piano, gli ostaggi spaventati che cercano un modo per sopravvivere. Tutto ben fatto, personaggi che vengono delineati pian piano, insomma faceva ben sperare. Finché si è rovinata.
Eh si, è caduta nel ridicolo. Ora non voglio essere una di quelle che va contro le serie popolari, io per prima amo Game of Thrones, The Walking Dead ecc, e so benissimo che molto spesso vengono prese delle license per portare avanti la storia (ad esempio Daenerys che impiega un nano secondo ad arrivate con il drago e salvare John, Gleen che si salva da orde di zombie senza sapere come ecc...).
Posso capire tutto, ma quando queste scene vengono utilizzate più e più volte mi arrabbio molto. E questo è il caso de "La casa de Papel", dove gli avvenimento vengono forzati tantissimo per far funzionare e far durare la storia il più a lungo possibile e il tutto viene fatto passare come "fortuna" del Professore.
Se non volete spoiler fermatevi qui!
1. Innanzitutto un vice ispettore che guida ubriaco. Non un tizio qualsiasi, un agente della polizia che guida ubriaco! Ora mi direte che può accadere e infatti accade anche che parla al telefono e invia messaggi all'ispettore di cui è innamorato fino ad intasare la segreteria quando gli arriva la notizia di chi è il Professore. E naturalmente, quando ha scoperto chi è il Professore non chiama qualcun altro addetto al caso, troppo semplice, chiama la madre dell'Ispettore. E poi boom, si schianta ed entra in coma.
2. La madre dell'Ispettore. Questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso dell'assurdità. Questa donna con l'Alzheimer, che si ricorda le cavolate, come il fatto che il Professore è andato a letto con sua figlia, ma non si ricorda un istante dopo il fatto che il Professore le ha buttato la tazza per terra. Così senza motivo apparente. Ma di cosa stiamo parlando?!
3. L'ispettore. Ora posso capire che dopo quanto accaduto con suo marito si sia innamorata di un tizio appena conosciuto nel giro di 48 ore. Ma da qui a parlare del caso davanti a lui, a portarlo in una zona top-secret, a portarlo su una scena sequestrata ce ne vuole. E tutto dopo solo qualche ora che si conoscevano. Assurdo.
4. Assurdo come il fatto che durante la fuga di alcuni prigionieri, i militari non si siano fiondati immediatamente all'interno della Zecca ma hanno dato il tempo necessario ai criminali di arrivare al luogo e riuscire a chiudere la breccia.
5. La storia d'amore tra Denver e "Stoccolma" e la storia d'amore tra il Professore e l'Ispettore. Se la prima può essere più comprensibile della seconda, trovo altamente inspiegabile la decisione di creare storie d'amore tra persone dopo solo qualche giorno, questo amore folle che traspare in cui queste donne sono addirittura disposte a morire, a lasciare la propria vita (la figlia), pur di correre tra le braccia di questi uomini. Ecco, avrei preferito la versione della sindrome di Stoccolma, piuttosto che dimostrare in seguito che fosse vero amore.
6. Il Professore che ovviamente si salva sempre all'ultimo minuto, che ha il tempo di nascondere una telecamera in un peluche e di darla ad un bambino, di scappare senza farsi vedere dalla farmacia, di scappare dalla discarica, di chiamare il russo per far cancellare l'identikit e nessuno si ricorda come fosse fatto e tanti altri espedienti che utilizza.
Insomma starei le ore ad enunciarvi tutti i punti no-sense di questa serie. Penso che 13 puntate sarebbero bastate, avrebbero reso la serie tv più realistica senza dover aggiungere questi avvenimenti banali e ridicoli. E poi il farli passare come buoni facendogli cantare "Bella Ciao", il fatto che alla fine anche l'Ispettore credo che loro siano la parte buona, la resistenza. Insomma anche NO. Sono dei criminali e basta.
La mia valutazione è 6/10. Si salvano le prime puntate.

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