Autore: Mauro Corona
Editore: Mondadori
Anno pubblicazione: 2005
Numero pagine: 272
Trama
Un grosso quaderno nero, di quelli usati per tenere i conti del latte da cagliare, giunge tra le mani di Mauro Corona. Porta in calce la data 1920 ed è consunto, le pagine appiccicate l'una all'altra. Quando con la punta del temperino infilata tra foglio e foglio Corona riesce ad aprirlo, si trova davanti un romanzo inatteso: la storia di Raggio e di Zino, di Maddalena Mora e di Neve, la bambina di ghiaccio, di tutti coloro che lassù, sui monti di Erto, lo hanno preceduto. Nel quaderno nero ci sono i "Malavoglia del Friuli" e la figura indimenticabile della strega Melissa che tra i branchi di capre e i campi di fieno che sovrastano il Vajont, porta a termine una lotta perduta contro il destino, folle di sesso e di dolore.
Recensione
Corona non si smentisce mai. Ancora una volta nel libro traspare la voglia di montagna, la storia di uomini forti, tenebrosi come le rocce tra cui vivono.
Il libro è tratto dalla storia di un vecchio parente di Corona, racconto tornato alla luce grazie ad un ritrovamento e come ci precisa Mauro stesso, lui si è limitato a trascrivere e renderlo leggibile, traducendo alcune parole o correggendo la grammatica.
Nonostante la scrittura incerta, nonostante l'utilizzo di un linguaggio popolare questo libro si legge molto piacevolmente. La storia di questo uomo, delle sventure che gli sono capitate, dei figli persi e della crudezza degli avvenimenti, è raccontata magicamente, tanto che vi sembrerà di trovarvi in quelle montagne e tifare o aver paura per lui. Sfortune ed incidenti che in quegli anni capitavano molto spesso vengono tramandate e diventano leggende, storie di streghe, di malauguri. Lasciatevi trasportare in questi miti, lasciatevi trasportare in questi anni di morti precoci, di inverni freddi e di uccisioni brutali e non ve ne pentirete.
Un libro che vi farà comprendere appieno come si viveva in quegli anni terribili. In cui si moriva per niente ma in cui la gente era ancora disposta ad aprire le porte ad un uomo e a dargli da mangiare.
Valutazione:
Corona non si smentisce mai. Ancora una volta nel libro traspare la voglia di montagna, la storia di uomini forti, tenebrosi come le rocce tra cui vivono.
Il libro è tratto dalla storia di un vecchio parente di Corona, racconto tornato alla luce grazie ad un ritrovamento e come ci precisa Mauro stesso, lui si è limitato a trascrivere e renderlo leggibile, traducendo alcune parole o correggendo la grammatica.
Nonostante la scrittura incerta, nonostante l'utilizzo di un linguaggio popolare questo libro si legge molto piacevolmente. La storia di questo uomo, delle sventure che gli sono capitate, dei figli persi e della crudezza degli avvenimenti, è raccontata magicamente, tanto che vi sembrerà di trovarvi in quelle montagne e tifare o aver paura per lui. Sfortune ed incidenti che in quegli anni capitavano molto spesso vengono tramandate e diventano leggende, storie di streghe, di malauguri. Lasciatevi trasportare in questi miti, lasciatevi trasportare in questi anni di morti precoci, di inverni freddi e di uccisioni brutali e non ve ne pentirete.
Un libro che vi farà comprendere appieno come si viveva in quegli anni terribili. In cui si moriva per niente ma in cui la gente era ancora disposta ad aprire le porte ad un uomo e a dargli da mangiare.
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