sabato 25 agosto 2018

Recensione "Una donna spezzata"

Titolo: Una donna spezzata
Autore: Simone de Beauvoir
Anno pubblicazione: 1967
Numero pagine: 220
Trama
Monique ha sempre creduto nel suo matrimonio. Soprattutto, ha sempre creduto nel suo ruolo di moglie: muoversi sicura per casa, gestire la vita familiare, provvedere agli altri con la certezza di essere necessaria. Ma è bastata una frase di Maurice: "C'è una donna". E se Monique è tradita dal marito, la madre di Philippe lo è dal figlio, che al progressismo materno preferisce lo spirito pratico e conservatore della moglie. Murielle, invece, non ha né mariti né figli con cui scontrarsi: due matrimoni finiti male e il suicidio della figlia la condannano a una solitudine che la rende cruda e volgare, astiosa verso il mondo e verso un Dio che forse non c'è.

Recensione
Questo libro presenta una raccolta di racconti di Simone de Beauvoir, in tutto sono presenti tre racconti, ognuno parla di una donna diversa messa di fronte a degli episodi che le cambiano la vita. Ogni storia, tra l'altro, è scritta utilizzato tre metodi narrativi differenti.
Nel primo racconto, conosciamo una donna energica, vitale, che attraverso un diario racconta la propria vita. La sua energia sembra cessare quando scoprirà ben presto che tra lei e il marito non c'è più l'amore di una volta, l'intera storia ruota intorno ai pensieri di Monique, una casalinga che perde la voglia di vivere e inizia a mettere in dubbio le sue capacità. Fin dove è disposta a spingersi per perdonare il marito? Questo perdono le porterà gioia o continuerà a logorarla dentro finendo per diventare una sola ombra di sé stessa?
Nel secondo racconto, troviamo una scrittrice, intenta a pubblicare il suo ultimo romanzo, che si troverà a fare i conti con l'amore del figlio. Figlio che ha tradito le sue aspettative e il marito che tende a dar ragione al figlio piuttosto che collaborare con lei. Tema centrale rimane la vecchiaia che incombe sulla sua vita, si renderà ben presto conto che una triste falce incombe sulla sua testa, si può soltanto cercare di vivere al meglio, con serenità e accettando i cambiamenti, non contrastandoli cercando di evitare la loro esistenza.
Nel terzo e ultimo racconto viene utilizzato l'espediente narrativo dello Stream of Consciousness, ovvero il flusso di coscienza. Il monologo di questa donna è straziante, con lo scorrere delle pagine si scopre la sua vita piena di avvenimenti tragici, raccontata in una notte di Capodanno, senza sosta appare una donna fragile, triste, isolata dal resto del mondo e perennemente sola.
Dei tre racconti, devo ammettere che il primo è quello che mi ha entusiasmato di più, l'espediente delle lettere, rende la lettura molto scorrevole, è un racconto in cui traspare l'angoscia e in cui ovviamente,grazie al lasso di tempo della durata di 5 mesi, cogliamo la sfumatura e il cambiamento di Monique in maniera drammatica e molto vicina a noi.
Gli altri due racconti, sono entrambi angoscianti, ma l'ultimo, essendo un monologo senza virgole, in cui si passa da un argomento all'altro senza spiegazioni,è abbastanza difficile da leggere e da seguire. Tuttavia ho apprezzato molto la figura di queste tre donne, diverse tra loro, ma dipendenti da una figura maschile tanto da soffrirne e smettere quasi di vivere.

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